domenica 11 maggio 2008

CAPERE


È frenesia globalizzata consumistica,
acceca con tante luci e le rare ombre,
mi tiene caldo nel ventre dell’Occidente,
si scola con me del vino a buon mercato.
Ero piccolo quando mi prese fra le sue spire,
ero gioioso come gli occhi del mio eroe in plastica.
Mi ha catturato e con lui sono rimasto legato a filo doppio.

Mi chiama spesso ed io mi lascio andare,
sono con un po’ di sale in zucca gli resisto,
ma sono tutti drogati e seguo il fiume euforico,
permea senza filtro, quindi, mi frustro talvolta.
Penso a paesi lontani mai visti fino ad ora,
dove il denaro feroce azzanna con la sua assenza.
La mia acqua che sgorga, sono le lacrime dell’Africa.

L’ipocrisia mi sfascia il cervello in piccoli rimorsi,
poi tutto si ricompone incollato dal nuova novità del progresso,
compro per dimenticare, tutto a basso prezzo e stò attento bene,
sono ragioniere che odia i conti, ma che risparmia sfrenatamente.
Aspettate mi manca qualcosa in frigo, ora devo scappare con 2 lire,
sono già con la testa fuori dalla mia casa piena di cianfrusaglie buone.
La mia ansia è finita ho tutto sotto mano meno i soldi che ho pagato.

Oggi un uomo importante, ho sentito, è morto sotto i ferri del chirurgo,
un bambino è stato ucciso da un’auto guidata dall’alcool in persona,
una madre ha perso la vita per donarla a suo figlio, ora in incubatrice,
un vecchio muore solitario abbandonato dalla famiglia vista per i funerali,
un cane in estate con un collare rosa viene schiacciato da una famiglia in vacanza.

Io ho finito di scrivere sono già morti 140 bambini in Africa,
con voi che leggerete, forse solo 80.
Sono 26.000 al giorno.


Stasera esco con un mio amico, domani vado dalla mia donna, fra 2 giorni mi laureo, domani vado dai miei genitori che mi hanno comprato una bella macchina nuova…poi dovrebbero inaugurare un nuovo supermercato con il nuovo governo…

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